Le cose migliori arrivano a chi non si arrende mai

Le città sono ancora la fucina delle idee? E le piattaforme social funzionano solo per mettere i soggetti, sottoporli, volenti o nolenti, al pubblico ludibrio?

Sono i due principali interrogativi ai quali l’antropologo Matteo Migliavacca cerca di dare risposta nel suo libro, eBook, audiolibro: “Le mure rinascimentali dentro di noi” – edito da ROA lab 899 pagine 10€.

Partendo da una ricerca di natura osservazionale fatta con una borsa di studio per conto dell’Università di Valladolid, sono stati esplorati i modi di incubazione e coltura nei tessuti urbani ispanici, noti per essere molto prolifici di esperienze creative e realizzazioni sociali, culturali a tutto campo, modi e nodi che sciolti si sono prodotti in attività quotidiane nei campi delle arti visive e letterarie, come per la ricerca agronómica e marittima.

“La città è viva se aperta alla luce senza fare distinzione tra alba e tramonto, oscurità“, osserva il Migliavacca. E l’esperienza iberica è portatrice di un percorso comparabile ovunque nel pianeta, utile anche per capire la proiezione esistenziale, declino, rinascita e sviluppo delle nostre città. Perché una città che non alimenta è destinata a morire: osservazione semplice ma reale al cospetto della realtà odierna.

L’altro filone dello studio è costituito dalla virtualità, ovvero le odierne piattaforme social, le città digitali, ambienti che, come nella vita fisica, sanno essere datrici di idee, scambio di conoscenze e sviluppo di eventi. Ma contestualmente offrono al visualizzatore spazio altrettanto immenso per le futilità, lo sfogatoio cinico e barbaro, l’incarnazione del nulla a schermo. La vittoria della vanità su tutto, apparentemente.

Apparentemente poiché, a conclusione dell’opera, si sottolinea come dal caos si è originata la vita che conosciamo, pertanto da quanto viene fuori oggi, il futuro potrà offrire nuova materia prima da curare e plasmare per fare vivere un nuovo evo all’umanità.

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